martedì 12 aprile 2011

Bianchi lire 750 1942

Ecco un'altra testimonianza da Francesco, una Bianchi da 750 lire del 1942.

Anche in questo caso la sostanza è la medesima: al risparmio !

Gran parte della bici è verniciata, le uniche parti bianche sono cadmiate e molte altre sono di derivazione Touring, come ad esempio i pedali e la freneria.

Se avete modelli di questo tipo o che presentano prezzi esposti potete contribuire a raccontare questa storia inviando le foto via mail a: p.desade@gmail.com

9 commenti:

ste ha detto...

Credo di aver già visto una bici con queste decalcomanie, ma finora non conoscevo i fatti che portarono alla loro applicazione sui telai. Grazie per l'approfondimento Paolo.
Noto però alcuni particolari che sembrano stridere con l'impronta all'economia delle biciclette; in particolare mi riferisco al cambio di velocità con cui è equipaggiata la "900 lire" e (se non sbaglio) il tachimetro della "750 lire" di questa discussione. Non sono forse accessori un po' troppo pretenziosi per una bicicletta "spartana"?
Il prezzo, inoltre, attualizzato al 2000 (lire, of course) sembra essere* pari a una cifra intorno a 840000£ per la bici del 1941 e a 620000£ per quella del 1942; non propriamente abbordabili, o mi sfugge qualcosa?
L'assenza di cromature non può essere imputabile alla scarsità di materiali in periodo di guerra?

*attualizzazioni fatte con l'ausilio dei seguenti siti:
http://cronologia.leonardo.it/potere.htm
http://www.cracantu.it/servizi/on_line/vari/valorelira.php

Spero di non esser stato troppo noioso. ;)

Revo

P.De Sade ha detto...

Ciao Revo.
ottime analisi...
premetto che la mia fonte è sicura, si tratta del sig.Meazzo, distributore e produttore di biciclette da generazioni.

Riguardo alla questione del rapporto dei prezzi al giorno d'oggi, non saprei rispondere... non so nulla su queste questioni di numistatica e di economia... speriamo che qualcuno ci aiuti !:-)

In merito al cambio di velocità posso dirti che è montato appunto sulla bici con la fascia di prezzo più alta, per cui qualche cosa doveva giustificarne il prezzo più elevato... però considera che è un cambio prodotto da Bianchi (a vederlo sembra una riproduzione del Fitchell&Sachs), quindi assai scadente, rispetto ai cambi prodotti da ditte specializzate.
Il tachimetro sulla L.750 è senz'altro un aggiunta seguente.
Riguardo all'assenza di cromature è senz'altro da imputarsi alla carestia di certi materiali in tempo di guerra, ma se controlli bici "normali" dello stesso periodo vedrai che i modelli di gran lusso avevano comunque le cromature e i modelli economici almeno la nikelatura o cadmiatura gliela concedevano... invece in questi casi gran parte della bici è verniciata! più al risparmio di così. ;-)))

Inoltre secondo me anche la scelta del colore ha un significato economico... la butto lì, è probabile che a quei tempi la enorme produzione di vernice grigio/verde per usi bellici ne faceva risultare una vernice di facile reperibilità e a basso costo.

Cecio ha detto...

Interviene l'attuale proprietario :
poco o nulla conosco sulla storia di questa bicicletta appassionante,poichè l'ho acquistata da terzi e non direttamente dal primo proprietario che l'acquistò. Tuttavia,a prescindere da ciò che può essere stata la sua origine,quel prezzo in decalcomania risulta qualcosa che all'epoca non era di serie. Bianchi superconservate e coeve a questa ne ho già viste,ma nessuna riportava il prezzo in decalcomania.Quel primo U. potrebbe indicare UOMO (coerente con informazioni di Paolo) o UFFICIALE (modello destinato a forze dell'ordine). L'unica cosa che so del proprietario è che egli fu un dottore di nobile famiglia. Ora,alla luce di questo mi viene da pensare : o tale signore era talmente parsimonioso da non voler spendere grandi cifre per acquistare la sua bici oppure,cosa che ritengo più plausibile,egli la acquistò nel dopoguerra o comunque dopo che tale bici,scartata per la sua estetica bellica e austera o per il prezzo o semplicemente rimasta invenduta,fu ad esso ceduta ad un prezzo di favore. Non dimentichiamo che un tempo nei piccoli centri di provincia le logiche di mercato spesso differivano rispetto alle città.Tale astrusa ipotesi troverebbe fondamento nell'eccezionale livello di conservazione e completezza oltre che da tutti quegli accessori costosi aggiunti in seguito forse per rendere il mezzo più appetibile e lussuoso. Inoltre avendoci messo mano posso affermare che la bici in questione ha corso davvero poco e che nessuna sua componente riporta segni di intervento alcuno. Questo è quanto signori miei. Meditate ora,meditate.

P.De Sade ha detto...

Ciao Francesco!

le dinamiche che hanno portato all'acquisto o alle modifiche di questa o qualsiasi altra bicicletta sono difficili da interpretare, e forse mai nessuno le conoscerà.

Se ragioniamo per dati storici, l'unico elemento certo è che il prezzo esposto fu un imposizione del regime fascista.
Il figlio di Meazzo, sò che ci legge, potrebbe contribuire senz'altro in questa analisi con ulteriori dati e dettagli.

Riguardo alla U. abbiamo ragionato con amici, appassionati di storia popolare del 900, incrociando i dati anche con altri settori merceologici a cui venne applicata una norma fascista si è convenuto che probabilmente si tratta di UNIFICATO. Termine utilizzato per definire un tipo di prodotto disponibile in una sola unica maniera.

Cecio ha detto...

Hai ragione Paolo,per un attimo mi sono lasciato prendere la mano da astratti ipotesi prive di fondamento,ma l'ho fatto per rispondere al precedente commentatore.
Comunque sia,l'ipotesi (storicamente fondata) dell'unificato mi sembra molto plausibile,tralasciando ogni considerazione di carattere non puramente oggettivo come la vicenda extra-industriale di questa bicicletta.

Anonimo ha detto...

cecio ....ma và a cagare un pò..!

Cecio ha detto...

Ti devo rispondere ?
Ops,l'ho già fatto. Non è un problema per me farmici mandare (va di moda ultimamente),ma se proprio lo devo fare mi piacerebbe sapere il nome del mittente ed il movente,sempre se chi ha scritto una tale fesseria ha gli attributi per firmarsi...

Anonimo ha detto...

cecio ma và a cagare un'altra volta....!
by cecio

Cecio ha detto...

L'omonimia è un male che ha sempre afflitto la società...ed anche l'invidia a quanto pare...andrò dove vorrai,ma lo farò con la mia bicicletta. Dovrei mandarti a mia volta,invece non lo farò. Paradossale e curioso è che nella tua anonimia mi conosci meglio di chiunque altro. Sai che a volte odio me stesso a tal punto da mandarmici da solo. E' stato piacevole e sappi che potrei continuare all'infinito,ma sono soltanto un uomo,proprio come te.
Ora basta,sennò Paolo s'incacchia...